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Chi va a vampiri è un po’ come chi va a funghi: se sbaglia, in un caso o nell’altro, rischia la pelle…
Ciao Claudio e grazie per il tempo che ci dedichi.
Chi è Claudio Vergnani?
Mi verrebbe da dire un poveraccio. Anzi, lo dico proprio: sono un poveraccio.
Il 18° Vampiro è il tuo romanzo d’esordio. Come hai deciso di scrivere un libro?
Sono stato un lettore precoce (leggevo a voce alta a quattro anni per la “gioia” dei miei genitori), e prestissimo – come spesso succede – ho cominciato a scrivere. Non ho mai smesso. Ho scritto di tutto, e sempre per hobby. Il 18° vampiro – sfruttando la posta telematica – è la prima “cosa” che ho inviato ad un editore.
Il tema dei vampiri è molto sfruttato, la tua è stata una scelta coraggiosa rischiando di risultare banale o volevi cavalcare l’onda vampiresca che spopola tra i lettori?
Una scelta abbastanza casuale. Ho iniziato a scrivere il romanzo quando la “riscoperta” del vampiro era ancora di là da venire. La genesi del romanzo risale a più di dieci anni fa, quando ancora – almeno in Italia – i vampiri erano solo Dracula e giù di lì. Tutta la revisione risale invece a poco più di un anno fa, quindi – ovviamente – ho poi dovuto fare i conti con il fenomeno. Forse mi ha favorito, e forse no. Ora i vampiri sembrano molto “gettonati”, ma se non lo fossero il mio romanzo sarebbe probabilmente apparso ancora più originale.
Un romanzo horror, niente goticismi banali, ma tanta tensione e paura direttamente a casa nostra, a Modena. Perché questa scelta (tra l’altro apprezzabilissima)?
Ho descritto ciò che conoscevo. L’idea non era la pubblicazione, l’idea era divertirmi. Non mi sarei divertito scrivendo di fatti accaduti in luoghi a me sconosciuti.
I tuoi personaggi sono eroi da strada che ondeggiano tra psicofarmaci, alcol, armi, fluidi organici e citazioni colte. In chi ti identifichi di più e perché.
Bella domanda. Tieni presente che – come dicevo – ho descritto ciò che conoscevo, per cui … 🙂 Comunque, direi con l’io narrante.
Di cosa hai paura?
Di molte cose. Della precarietà umana in tutte le sue forme, essenzialmente. Non dei vampiri, quindi.
In uno scenario di guerriglia urbana come quello da te descritto, quali eroi vorresti al tuo fianco?
Ho sempre pensato che in un guerriero debbano convivere il valore e la pietas . Per come la vedo io, il coraggio disgiunto dal buon cuore non è nulla. Per cui scelgo i cavalieri della Tavola Rotonda. Magari equipaggiati con armi moderne, che non guasta.
Ti senti un guerriero o vittima degli eventi?
Cerco di scegliere con oculatezza le cause per cui combattere. E come combatterle. Se non trovo un buon motivo inevitabilmente divento passivo.
Anne Rice o Stephen King?
Conosco poco la Rice. Però la sensazione è che King abbia detto qualcosa che la Rice non ha ancora detto.
Ultimo libro letto?
Amore a Venezia, morte a Varanasi. Ma davvero non saprei se consigliarlo.
Un libro che bisogna leggere?
Consiglierei di partire dal Dizionario. In giro si sentono strafalcioni terrificanti. A parte gli scherzi, dico Finzioni di Jorge Luis Borges.
Il complimento più bello e la critica peggiore che il tuo libro ha ricevuto?
Guarda, per ora direi che i lettori sono stati incredibilmente gentili. Unica cosa buffa, un’accusa di anti femminismo.
Perché i nostri lettori dovrebbero comprare Il 18° Vampiro?
Perché nel bene e nel male è veramente un romanzo innovativo. Innovativo e divertente; che è quel che più importa. Ho cercato di raccontare un orrore radicale e il modo in cui questo costringe chi lo affronta a misurarsi con il proprio coraggio, la propria motivazione, le proprie paure e le conseguenti umane debolezze. E ho calato il tutto nella cronaca attuale, senza risparmiare ironia e lunghi momenti di divertimento; senza eccessi ma anche senza censure. In ogni caso, Il 18° vampiro è uno di quei romanzi sui quali si può storcere il naso (i miei personaggi non brillano per correttezza, nè umana nè politica, e spesso il loro linguaggio è discutibile) ma dai quali ci si stacca inevitabilmente solo dopo averlo terminato. E dopo averlo terminato se ne vorrebbe ancora.
Io spero ardentemente in un seguito. Ci sarà?
In parte esiste già. Non so però se ci sarà l’occasione di pubblicarlo. Dipenderà molto dalle vendite del primo episodio.
Grazie Claudio per l’intervista e per i brividi che ci hai regalato con il tuo romanzo!
Grazie a te per l’accoglienza, per lo spazio che mi hai concesso e per la simpatia che mi hai dimostrato. Un buon lettore è importante tanto quanto un buon libro. Il secondo senza il primo non avrebbe motivo di esistere.